Si chiama butandiolo ed è un intermedio chimico molto usato sia come solvente che per la produzione di plastiche, fibre elastiche e poliuretani.
Finora è stato possibile ottenerlo solo da fonti fossili, ma lo scorso 30 settembre Novamont ha inaugurato lo stabilimento “Mater-Biotech” a Bottrighe, in provincia di Rovigo, in cui il butandiolo verrà prodotto su scala industriale mediante fermentazione di materie prime rinnovabili.
Il “biobutandiolo” verrà infatti ottenuto direttamente da zuccheri attraverso l’utilizzo di batteri.
Novamont, partendo da una tecnologia sviluppata da Genomatica – società californiana leader nel settore della bioingegneria – ha messo a punto una piattaforma biotecnologica che partendo da zuccheri attraverso l’azione di batteri di tipo escherichia-coli (e.coli) opportunamente ingegnerizzati, li trasforma in biobutandiolo.
Inoltre, i sottoprodotti della lavorazione verranno riutilizzati per il fabbisogno energetico dell’impianto stesso, ottimizzando così il ciclo di vita dell’intero processo.
L’impianto è nato dalla riconversione di un sito abbandonato, il sesto in ordine di tempo che Novamont ha recuperato, secondo il suo modello di bioeconomia inteso come rigenerazione territoriale.
Un importante passo avanti verso la decarbonizzazione dei processi produttivi, in linea con gli impegni presi alla COP 21 di Parigi e l’urgenza di agire concretamente per ridurre le emissioni di CO2.