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Dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile”. È questo il motto di Ecomondo, l’evento di riferimento in Europa per la transizione ecologica e i nuovi modelli di economia circolare e rigenerativa che anche quest’anno, da martedì 8 a venerdì 11 novembre, animerà i padiglioni del Rimini Expo Centre.

Come per ogni edizione, Ecozema sarà presente con uno stand allestito all’interno dell’area Novamont, presso il Padiglione D1 – Stand 070, nel settore dedicato alla Bioeconomia Circolare.

In tale settore saranno presenti anche tutte le aziende che, come Ecozema, sviluppano o trasformano le bioplastiche per ottenere prodotti biodegradabili e compostabili certificati, impiegati in diversi ambiti tra cui il foodservice, la gestione della frazione organica e l’agricoltura.

Allo stand di Ecozema verranno esposte le applicazioni ideate, progettate e realizzate per i momenti di ristoro: dalle posate in Mater-Bi ai piatti in polpa di cellulosa, passando per i bicchieri in Ingeo™ P.L.A. e per molte altre soluzioni.

Stoviglie pratiche e resistenti che, terminato l’utilizzo, possono essere conferite nella frazione organica, come previsto dalla norma UNI EN 13432. Avviate agli impianti industriali di compostaggio, subiranno l’attività microbica degradandosi e trasformandosi in ottimo compost per le coltivazioni e per la rigenerazione del suolo.

Ti aspettiamo, dunque, alla Fiera di Rimini, dall’8 all’11 novembre, presso lo spazio espositivo di Ecozema: Padiglione D1 – Stand 070.

Un nuovo strumento online per contrastare il commercio illegale di prodotti spacciati per applicazioni in bioplastica, biodegradabile e compostabile, ma in realtà non conformi alla normativa vigente. Si tratta dell’innovativa piattaforma creata da Assobioplastiche e dal Consorzio Biorepack (che anche Ecozema ha contribuito a costituire), presentata la scorsa settimana, a Roma, in occasione dell’assemblea generale di Assobioplastiche.

Tale piattaforma, cui si può accedere visitando il sito www.assobioplastiche.org, permette di segnalare eventuali irregolarità compilando una sezione finalizzata a raccogliere le informazioni necessarie. Al termine della compilazione, Assobioplastiche avvia una procedura di gestione della segnalazione grazie al supporto di tecnici specializzati. Verificata la sussistenza della violazione, viene attivata la fase di controllo da parte degli organi accertatori che, appurata l’anomalia, procedono con la presentazione di un esposto presso le autorità competenti.

Questo strumento all’avanguardia – commenta il Presidente di Ecozema, Antonio Munariniè molto utile non solo per aiutare le Forze dell’ordine a rintracciare i prodotti contraffatti, ma anche per responsabilizzare l’utente che, prestando ancora più attenzione al momento dell’acquisto delle applicazioni in bioplastica, potrà segnalare con un semplice click i manufatti potenzialmente illegali”.

La piattaforma – gli fa eco l’AD di Ecozema, Armido Maranaconsolida ulteriormente la preziosa collaborazione tra Assobioplastiche, Biorepack, le autorità preposte alla vigilanza e i cittadini. Una sinergica cooperazione che tutela la filiera, i consumatori e l’ambiente, favorendo l’immissione nel mercato di prodotti certificati e sicuri”.

Venerdì 11 giugno è stato presentato il 7° rapporto annuale di Assobioplastiche, inseritosi all’interno dell’evento online 2011 – 2021: 10 anni di Assobioplastiche – Sfide e prospettive per la transizione ecologica. L’incontro ha rappresentato anche il passaggio di testimone dal presidente Marco Versari che lascia l’incarico dopo 10 anni di impegno nell’Associazione, nata nel 2011 grazie all’iniziativa di Ecozema (allora Fabbrica Pinze Schio) e di altre sette lungimiranti aziende.

Nel 2020 in Italia, secondo gli studi effettuati da Plastic Consult, l’industria delle plastiche biodegradabili e compostabili è rappresentata da 278 aziende – suddivise in produttori di chimica e intermedi di base (4), produttori e distributori di granuli (21), operatori di prima trasformazione (193), operatori di seconda trasformazione (60), con 2.775 addetti dedicati, oltre 110.000 tonnellate di manufatti compostabili prodotti e un fatturato complessivo di 815 milioni di euro.

Con il passaggio dai 143 operatori del 2012 ai 278 del 2020, la crescita del numero di imprese presenti nel settore è risultata costante. I tassi di crescita sono evidenti anche per tutti gli altri principali indicatori della filiera, compreso il fatturato settoriale.

Nel corso degli ultimi anni, il fatturato sviluppato dalla filiera è passato da poco meno di 370 milioni di euro del 2012 ai sopraccitati 815 milioni di euro nel 2020, con un tasso di crescita media annua superiore al 10%. 

I volumi complessivi dei manufatti prodotti dall’industria hanno continuato a crescere nel 2020, con un aumento del 9,6% rispetto all’anno precedente.

La maggior parte dei principali settori applicativi ha dunque messo a segno numeri positivi, con un nuovo raddoppio dei volumi di articoli monouso compostabili che hanno fatto segnare un +116%.

Secondo il presidente Marco Versari, “il rapporto del decennale di Assobioplastiche fotografa un sistema in salute, forte nelle aziende, che cresce negli addetti e nel fatturato. Nel corso di questi dieci anni abbiamo assistito all’evoluzione delle normative nazionali in materia di prevenzione della produzione di rifiuti che ha fatto da traino a quelle europee. Parallelamente si è affermata la raccolta differenziata della frazione organica per un compost di qualità che rappresenta il motore dello sviluppo della nostra filiera nel quadro generale di una green economy che continua a spingere su nuovi prodotti e nuove applicazioni collegate con la chiusura del ciclo del carbonio e la fertilità del suolo. L’Italia è un esempio, per l’Europa e per il mondo, di come si può coniugare crescita con sostenibilità, territorio con sviluppo”.

Martedì scorso, il Senato ha approvato in via definitiva il ddl n. 1721-B Legge di delegazione europea 2019-2020, che comprende i criteri di delega per il recepimento della direttiva SUP.

Il testo approvato prevede che il Governo possa consentire l’immissione sul mercato dei prodotti realizzati in plastica biodegradabile e compostabile certificata conforme allo standard europeo EN13432 e con percentuali crescenti di materia prima rinnovabile qualora non sia possibile l’uso di alternative riutilizzabili ai prodotti di plastica monouso destinati ad entrare in contatto con alimenti.

Di conseguenza, tra i prodotti in bioplastica esentati dalla suddetta direttiva SUP ci sono anche le soluzioni Ecozema, ottenute dalla lavorazione di biopolimeri come il Mater-Bi, che terminato il loro impiego possono essere conferite nella frazione organica insieme ai residui di cibo. Avviate agli impianti industriali di compostaggio, verranno poi trasformate in fertile compost per le coltivazioni.

Proprio alla vigilia della Giornata mondiale della Terra –  ha dichiarato il presidente di Assobioplastiche, Marco Versari l’Italia compie un ulteriore grande passo verso la bioeconomia circolare e la protezione del suolo. La possibilità di recepimento della SUP in continuità con le lungimiranti normative già adottate nel nostro Paese in materia di riduzione del monouso consente infatti di coniugare ambiente e sicurezza alimentare e di dare un contributo importante alla valorizzazione della frazione umida dei rifiuti che attraverso il compostaggio può diventare risorsa biologica fondamentale per preservare la salute del suolo”.

Un’importante novità inaugura il nostro 2021! Fabbrica Pinze Schio Srl, la Ragione Sociale che ci ha accompagnato lungo oltre cent’anni di storia, ricordando la nostra attività iniziale volta alla produzione di mollette in legno per l’industria della concia, cambia e diventa Ecozema Srl società benefit.

Una significativa rivoluzione dettata dalla volontà di meglio identificare quell’attività di studio, di sviluppo e di lavorazione dei materiali bioplastici che il brand Ecozema racchiude e nel segno del quale, da 15 anni, realizziamo e promuoviamo i nostri prodotti biodegradabili e compostabili certificati.

Nel 2000 – afferma il nostro Presidente Antonio Munarini abbiamo iniziato a studiare e a realizzare prodotti in bioplastica biodegradabile e compostabile, e così abbiamo avviato la gamma di prodotti a brand Ecozema. Manufatti che, per loro natura, rispecchiano i principi dell’economia circolare: il materiale che viene lavorato per l’ottenimento delle nostre stoviglie è infatti ricavato da fonti rinnovabili di origine vegetale, consentendoci di riconsegnare alla terra quanto preso “in prestito” per la loro realizzazione mediante quel processo industriale di compostaggio cui i nostri prodotti sono avviati al termine del loro utilizzo”.

In questi anni abbiamo cambiato pelle, prestando ancora più attenzione a ciò che ci circonda. Siamo così diventati, in anticipo rispetto ai tempi, un’azienda “sostenibile”, guidata da quei valori che, dopo oltre un secolo, continuano a fungere da bussola per il raggiungimento di nuovi obiettivi, nel rispetto delle persone e dell’ambiente.

Nella nostra attività di impresa – così il nostro AD Armido Marana – oltre che alla sostenibilità ambientale, prestiamo particolare attenzione alla sostenibilità sociale: la nostra azienda è da sempre particolarmente sensibile a un oculato bilanciamento tra l’interesse imprenditoriale e l’interesse della comunità, assicurando, mediante un’attività responsabile e trasparente, il rispetto non solo degli stakeholder ma di tutte le persone che entrano direttamente o indirettamente in contatto con la nostra realtà”. 

Il perfetto connubio tra tradizione e innovazione ha dunque portato a questo importante aggiornamento che, oltre a citare espressamente il marchio con il quale il mercato ci riconosce, presenta il chiaro riferimento al carattere benefit della nostra azienda. Tale elemento aggiunge, ai canonici obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società civile e sulla biosfera, rappresentando un ulteriore tassello del percorso di sostenibilità che da anni abbiamo intrapreso. Un percorso che, mediante l’impiego dei nostri prodotti in bioplastica conferibili nella frazione organica, contribuisce alla sensibile riduzione dell’impatto ambientale dell’uomo sul pianeta.

La trasformazione suindicata ha avuto effetto dal 20/01/2021 e riguarda esclusivamente la ragione sociale, mentre nessun altro riferimento aziendale viene modificato.

Charles Darwin diceva: “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti” e ancora una volta noi di Ecozema srl società benefit abbiamo dimostrato, negli oltre cento anni della nostra storia, di saperci adeguare a tali cambiamenti.

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Cosa si intende per “Società Benefit”?

Mentre le società tradizionali esistono con l’unico scopo di distribuire dividendi agli azionisti, le Società Benefit sono espressione di un paradigma più evoluto: integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera.

La Società Benefit, nell’esercizio dell’attività d’impresa, mira volontariamente, oltre al suddetto scopo di lucro, anche a una o più finalità di beneficio comune, inteso come il perseguimento di uno o più effetti positivi su persone, comunità, territori e ambiente, beni e attività culturali e sociali, enti e associazioni e altri portatori di interessi. Responsabilità, sostenibilità e trasparenza, unite alla ricerca di equilibrio tra l’interesse dei soci e l’interesse della collettività, sono i principali elementi che caratterizzano le Società Benefit, rendendole più adeguate alle sfide e alle opportunità dei mercati del XXI secolo.

Per maggiori informazioni sulle Società Benefit, clicca qui.

Dal 7 al 21 febbraio 2021, la Fondazione Cortina 2021 organizza i Campionati del Mondo di Sci Alpino che si terranno a Cortina d’Ampezzo.

14 giorni di evento durante i quali le campionesse e i campioni di sci – oltre 600 atleti provenienti da 70 nazioni – si contenderanno i 13 titoli iridati di discesa, super G, gigante, slalom, combinata alpina e, per la prima volta, di parallelo individuale.

La manifestazione, di portata globale, coinvolgerà oltre 500 milioni di persone collegate in diretta televisiva da tutto il mondo, cui va a sommarsi la popolazione digitale attraverso i nuovi Media.

A guidare Cortina 2021 ci saranno anche due driver di crescita, volti a orientare i progetti e le attività della Fondazione: innovazione e sostenibilità ambientale. Gli organizzatori hanno infatti dedicato un’attenzione particolare al tema dell’ambiente.

Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la Technical Partnership di Ecozema, grazie alla quale, durante i Campionati del mondo di sci alpino Cortina 2021, verranno utilizzati i nostri prodotti: stoviglie biodegradabili e compostabili Ecozema messe a disposizione nei vari punti di ristoro, al fine di minimizzare l’impatto ambientale dell’evento.

Al termine del loro impiego, dunque, i piatti, i bicchieri e le posate Ecozema potranno, anche in questo caso, essere conferiti nella frazione organica; e, avviati agli impianti industriali di compostaggio, potranno essere trasformati in fertile compost per la coltivazione dei terreni.

Un circolo virtuoso che potrà nuovamente concretizzarsi, contribuendo a salvaguardare le meravigliose Dolomiti Ampezzane.

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico, ha emanato il decreto n. 284 di approvazione dello statuto del Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabili (Biorepack).

Il documento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è suddiviso in tre titoli volti a individuare la struttura e le attività del Consorzio, gli organi del Consorzio e le relative disposizioni generali, finanziarie, transitorie e finali.

Ecozema, che insieme ad altri cinque tra i principali produttori e trasformatori di bioplastiche quali Novamont, Ceplast, Ibi Plast, Industria Plastica Toscana e Polycart figura tra i promotori del Consorzio, ha accolto con entusiasmo la notizia.

Biorepack è il settimo consorzio di filiera, all’interno del sistema Conai; la sopraccitata approvazione del suo statuto contribuisce a disciplinare ulteriormente un settore molto importante per la corretta gestione dei biopolimeri, dalla loro lavorazione al loro recupero, migliorando – come affermato dal presidente di Assobioplastiche, Marco Versari – “i livelli qualitativi e quantitativi della raccolta differenziata, sia nella frazione organica che per i rifiuti plastici”.

Le soluzioni in bioplastica, come i prodotti biodegradabili e compostabili Ecozema, riducono l’impatto ambientale, venendo conferite, al termine del loro impiego, nel contenitore dell’umido insieme ai residui di cibo. Avviati al processo industriale di compostaggio, sono poi trasformati in ottimo compost, risorsa indispensabile per la coltivazione dei terreni e per la rigenerazione del suolo.

Un’importante notizia che il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, accoglie definendola “un altro passo in avanti contro la plastica usa e getta e i rifiuti che soffocano il nostro mare” e che chiarisce la posizione dei prodotti monouso in bioplastica.

Mercoledì scorso, infatti, il Senato ha approvato il DDL delegazione europea che vieta la vendita di bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie, piatti e posate usa e getta in plastica, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini, aggiungendo a questa lista anche i bicchieri in plastica, per i quali la Direttiva non prevede limiti.

Allo stesso tempo, la misura approvata in Senato, in attesa della successiva approvazione da parte della Camera dei Deputati, prevede che tutti i prodotti monouso oggetto del bando europeo possano essere realizzati in bioplastica, quindi con la lavorazione di materiali biodegradabili e compostabili, valorizzando così la leadership italiana nell’ambito della filiera della chimica verde.

Infatti, i prodotti in bioplastica, se correttamente conferiti nella frazione organica, possono essere avviati agli impianti industriali di compostaggio e, terminato il processo di trasformazione, diventare fertile compost per la coltivazione dei terreni.

Tutti i prodotti biodegradabili e compostabili Ecozema sono realizzati con materiali derivanti da varie fonti rinnovabili tra le quali l’amido di mais o le fibre residue della lavorazione della canna da zucchero, attraverso un iter che promuove il modello bioeconomico circolare e tutela l’ambiente.

“Abbiamo una filiera significativa di bioplastiche non ancora riconosciuta in Consorzio. La settimana scorsa ho approvato lo statuto del consorzio Biorepack, uno dei primi a livello europeo”. Con queste parole, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha autorizzato la nascita di Biorepack.

Biorepack è il consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, promosso da sei tra i principali produttori e trasformatori di biopolimeri: Novamont, Ceplast, Ecozema – Fabbrica Pinze Schio, Ibi plast, Industria Plastica Toscana e Polycart.

Nel novembre del 2018 anche la nostra azienda ha infatti contribuito alla realizzazione di questa importante iniziativa che si colloca all’interno del sistema Conai come nuovo consorzio di filiera per la gestione dei rifiuti in bioplastica, idonei a essere conferiti nella frazione organica e trasformati, attraverso il processo industriale di compostaggio, in compost o biogas.

Come sottolineato dal Presidente di Assobioplastiche Marco Versari, “si tratta di un progetto concreto di economia circolare aperto a tutti gli operatori della filiera, compresi gli utilizzatori e i compostatori, che pone ancora una volta l’Italia all’avanguardia in Europa nel campo del riciclo biologico della frazione organica dei rifiuti urbani e dei materiali compostabili assimilati”. 

L’attività del consorzio consentirà alla filiera delle bioplastiche una migliore gestione dei propri imballaggi, ai cittadini di riconoscere tali materiali e conferirli correttamente nella raccolta dell’umido domestico e all’Italia di incrementare i risultati di riciclo raggiunti nel settore dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggi.

Un’ulteriore garanzia per quei prodotti come le stoviglie Ecozema che, se correttamente smaltiti, favoriscono il riutilizzo della materia riducendo sensibilmente l’impatto ambientale dell’uomo sul Pianeta.

“C’è una sensibilità maggiore da parte dei consumatori, c’è uno spostamento fortissimo di aree di mercato sempre più vaste nel consumo consapevole e responsabile, c’è sempre maggiore attenzione all’ambiente anche da parte di coloro che, fino a qualche anno fa, non avevano questa sensibilità”. Esordisce così il nostro AD Armido Marana, intervistato da Roma Today, in merito alla filiera delle bioplastiche e all’esperienza di Fabbrica Pinze Schio e del brand Ecozema.

Un’esperienza che si sviluppa lungo tutto il XX secolo, cominciando dalla realizzazione di prodotti in legno, e che, a metà del ‘900, porta alla produzione di mollette in plastica stampate ad iniezione: una vera e propria novità, anche a livello internazionale.

Tale passaggio fondamentale vedrà, cinquant’anni dopo, un’ulteriore evoluzione con la lavorazione delle bioplastiche e l’avvio dei contatti con Novamont, azienda leader nel settore.

“Nascono le prime posate in Mater-Bi compostabili e – prosegue Marana – nel 2005 otteniamo, per primi al mondo, la certificazione EN 13432 che dice come dev’essere fatto un manufatto per essere compostabile”, cioè smaltibile nella frazione organica e, avviato agli impianti industriali di compostaggio, destinato a diventare compost per la coltivazione dei terreni.

La nostra azienda riceve la bioplastica in forma di granuli e, attraverso l’iter produttivo che prevede l’impiego di presse e stampi, viene trasformata in forchette, coltelli, cucchiai e altre posate biodegradabili e compostabili.

“Il Mater-Bi – afferma Marana – è un materiale che arriva da fonte rinnovabile. Infatti, lavoriamo materiali e materie prime che arrivano da fonti rinnovabili; la nostra produzione è fatta di prodotti compostabili, per cui cerchiamo di avere un ruolo proattivo in tutta quella che è l’attenzione ambientale”.

Infine, un occhio di riguardo alla questione economica e alla volontà di generare profitto, al fine di investire e, investendo, aumentare i posti di lavoro per far star bene le persone che lavorano con noi.

Per guardare l’intervista integrale, clicca qui.